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DIGITAL ART

Non potevo rinunciare a inserire una parte della mia produzione che è stata così significativa per me. Perché è stato il motore per poi darmi la forza a cercare di fare "altro", a mettermi in gioco con forme espressive diverse. Ho iniziato proprio con la grafica digitale, perché era qualcosa di molto vicino alla mia professione, potendo utilizzare per le mie realizzazioni lo stesso programma CAD che uso abitualmente per lavoro.

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"Cos'è oggi importante per dare valenza estetica ad un'immagine? E poi, è veramente solo questo che conta? Le “emozioni” vengono trasmesse non solo dal bello ma anche dal nuovo. Esiste, ancora oggi, la possibilità di rinnovamento nel fare qualcosa che abbia una qualsiasi forma “artistica”? Sono sicuro di sì, e credo fermamente che questo non possa prescindere da un recupero di ciò che sapientemente è già stato detto, fatto, realizzato nella nostra storia di artigianalità, e non uso questo termine a caso perché mi interessa il significato etimologico della parola, il cercare di “esercitare un'arte”. Architetto per mestiere, le belle idee le abbiamo in molti ma a pochi viene data la possibilità di esprimerle e, nel corso degli anni, l’enfasi della professione è andata poco a poco scemando lasciando spazio alla routine. Ecco così che inizio a ritagliarmi la mia dimensione onirica in cui esprimere in forma di segni (sempre) e colore (qualche volta) il mio concetto di bello. Il tutto mediato da un linguaggio che risente inevitabilmente del background culturale avuto prima con gli studi di architettura e poi con 20 anni di “lavoro” sul campo. Esiste una città in cui poter vivere al meglio i propri sogni in cui si avverino le proprie aspettative... oggi? Credo di no, perché non può essere solo il contesto a rendere l’uomo felice e realizzato. Può tuttavia esistere un’immagine ideale di città che sia lo specchio dell’interiorità di chi la descrive o la rappresenti ... La sequenza di segni, forme, abbinati al colore piuttosto che al bianco e nero, che traccio nei mie disegni, è la trasposizione esatta di quell’”omino” interiore che si affanna a cercare la propria strada in un dedalo di reticoli, strutture, edifici, ostacoli, tutto quello che può identificarsi come metafora della vita. Non è l’obiettivo, ma un’estrema sintesi di ciò che credo si possa intravedere dai miei disegni. E' un’analisi a posteriori, ma quell’”omino” è così ancora lontano dal raggiungimento del suo equilibrio, così lontano che probabilmente non riuscirà mai a raggiungerlo, ma l’affannarsi nella sua ricerca è un percorso dal quale non può prescindere nella speranza, pur  continuando a chiudersi con se stesso ... per trovare il proprio “centro”, di riuscire a raggiungere prima o poi quella “piazza” in cui fermarsi, anche solo un attimo, per confrontarsi con realtà diverse dalla sua, per la tendenza naturale che dovrebbe spingere qualsiasi essere e cioè quella di evolversi: è proprio quello che sento in questo preciso momento storico della mia vita ed è quello che credo… e spero (!)… si intraveda da ciò che faccio."

Questo è ciò che scrivevo nel 2013 per la mia prima personale curata da Angela Corsi nella sua splendida Galleria di Colle Val d'Elsa.

Faccio mie ancora oggi quelle parole, anche per la pittura ... interiorità, anima, metafora, confrontarsi per evolversi, equilibrio ...

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